Officina della documentazione sociale. Il percorso formativo
Le parole, le immagini e i social network che ne moltiplicano la diffusione ed il potere.
Sono questi i tre cardini su cui ruota il modulo formativo “Officina della documentazione”, che AgenziaRES ha pensato per l’inizio del nuovo anno e che sarà aperto ad educatori, operatori sociali e a quanti interessati al tema.
L’idea è nata dalla constatazione che ormai la maggior parte degli enti del terzo settore (cooperative, associazioni, etc.), ma anche scuole, enti pubblici e servizi educativi di vario genere, utilizzano i social network come vetrina per le proprie iniziative. Vogliamo allora offrire uno spazio di riflessione ed apprendimento affinché questo uso, da una parte, diventi il più consapevole e professionale possibile; dall’altra, affinché possa essere usato per diffondere un pensiero maggiormente approfondito ed etico rispetto ai temi che caratterizzano il lavoro sociale.
L’immagine di infanzia che veicolano i servizi educativi è forse la stessa, ad esempio, che ci arriva dalle pubblicità? La disabilità e la terza età sono fatte soltanto di sorridenti ragazzi Down e teneri vecchietti? E il lavoro sociale si limita all’operatore che abbraccia lo sfortunato di turno?
Noi siamo certi di no. Siamo certi che dietro ogni persona, indipendentemente dalla categoria a cui appartiene, ci sono un mondo ed una storia complesse e mai completamente risolvibili; sappiamo bene che il lavoro sociale è fatto molto di fatica, di mancato riconoscimento, di incertezza e di rischio educativo, ben più e ben prima dei momenti di successo. Noi siamo consapevoli che dietro ogni scelta educativa ci sono studio, osservazione, approfondimento, assunzione di responsabilità… tutte dimensioni che vanno oltre gli slogan romantici o le immagini patinate.
Allora ci chiediamo: non è nostra responsabilità restituire alla società (anche attraverso i Social, quindi), questa complessità, questo lavoro, questa conoscenza di un pezzo non piccolo di realtà? Non è nostra responsabilità quella di andare controcorrente, evitare le eccessive semplificazioni e combattere la diffusione di stereotipi?
Noi siamo convinti di sì.
E ancora: come possiamo essere approfonditi e critici, nelle nostre narrazioni, usano solo immagini o, magari, 140 caratteri?
Sono proprio questi gli interrogativi che faranno da filo conduttore al percorso “Officina della Documentazione”, composto da 3 incontri di mezza giornata, che ci aiuterà a riflettere sui vari aspetti della comunicazione sociale e, a partire da una maggiore comprensione delle potenzialità e delle tecniche (?) dei diversi mezzi, imparare a comunicarsi in maniera più efficace. Ad accompagnarci saranno Marco Andreani, Paola Toni e Francesco Vernelli.
Marco Andreani, ricercatore e storico della fotografia, membro dell’associazione culturale SpazioMacula di Pesaro, lavorerà con noi per costruire strumentazioni e prodotti per la documentazione del lavoro sociale. L’avvio della riflessione sarà sulle tecniche e sul linguaggio fotografico (la luce, il punto di vista e l’inquadratura, la composizione dell’immagine…), per ragionare poi su limiti e potenzialità dell’immagine fotografica, soprattutto rispetto al messaggio che veicola: qual è il limite tra documentazione e mistificazione del reale? E tra realtà e luoghi comuni? L’intervento avrà stampo laboratoriale e prevedrà momenti di lettura e discussione delle immagini prodotte dai vari servizi coinvolti nell’evento.
Paola Toni si occupa di servizi alle imprese nel campo della comunicazione, della ricerca sociale, del marketing e della formazione. Ha una lunga esperienza nei servizi educativi, in particolare quelli per l’infanzia e l’adolescenza, per i quali svolge attività di consulenza, tra l’altro, nell’area della comunicazione e della relazione interpersonale. Con la sua guida rifletteremo sulla scelta delle parole che usiamo per raccontare il nostro lavoro. Riescono a restituirne la complessità? Offrono linguaggi nuovi e più adeguati alla realtà?
Infine, insieme a Francesco Vernelli (socio lavoratore di NuovaRicerca.AgenziaRES ed esperto di comunicazione digitale) scopriremo le tante risorse che i social network ci mettono a disposizione per la diffusione di messaggi e informazioni.
Questo modulo si inserisce all’interno di un percorso formativo più lungo ed articolato, chiamato “Officina di Sociale Evoluto”, che mira proprio ad offrire le conoscenze e le riflessioni più avanzate in fatto di lavoro sociale, con l’aspirazione di riuscire ad attivare, anche attraverso questi momenti formativi, una stagione di innovazione sociale.
In questo quadro di riferimento, allora, prendersi del tempo per riflettere su cosa e come comunichiamo dei nostri servizi e progetti significa riappropriarsi, da parte di tutti gli operatori sociali, di un ruolo di responsabilità rispetto alla promozione di una certa cultura e di certi valori, che di questa innovazione sociale possono e vogliono essere le basi.