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Ipotesi concrete di animazione locale

“Ipotesi concrete di animazione locale”: è il titolo della tavola rotonda che caratterizza il prossimo evento del nostro piano formativo “Officina di Sociale Evoluto”. In questo evento alcuni attori locali si incontrano e ragionano sui significati e sulle azioni da mettere in gioco, per provocare l’attivazione della comunità locale.

L’animazione locale, nella nostra concezione, è un’azione volta a liberare e attivare le risorse della comunità territoriale: attivarle in relazione ad obiettivi che sono percepiti come importanti dalla comunità e che ne favoriscono le dinamiche di coesione interna e di capacità di fronteggiare le sfide esterne. Con animazione locale possiamo definire un insieme molto ampio di azioni che possono riguardare settori di attività anche molto differenti: la gestione dell’ambiente e di una visione ecologica del territorio; la costruzione di un welfare di comunità che consenta di avere un dispositivo diffuso di prevenzione del disagio e dell’emarginazione; la promozione di azioni culturali volte all’apprendimento esteso e allo sviluppo del livello culturale della popolazione; la realizzazione di iniziative sportive, con una intenzionalità legata al miglioramento del benessere fisico dei membri della comunità e alla costruzione di opportunità di incontro.

L’animazione locale si pone il tema dei beni comuni oltre che quello del benessere di comunità. Beni comuni che sono l’oggetto intorno al quale si veicola un interesse condiviso ed una capacità di stringere alleanze tra attori differenti per la costruzione di opportunità migliori per tutti. Beni comuni che divengono un “oggetto” intorno al quale si aggregano alleanze, collaborazioni, nuove opportunità e una rifunzionalizzazione pensata a favore della comunità, nel coinvolgimento di tutti gli attori che possono apportare un pensiero, un impegno, una risorsa.

Si tratta di un processo di vero empowerment il cui valore è doppio. L’empowerment comunitario ha infatti da una parte la capacità di mettere in gioco risorse che in precedenza erano bloccate e che non potevano essere proficuamente messe a sistema per un utile collettivo. Dall’altra parte è esso stesso un meccanismo di liberazione: quella liberazione determinata dalla percezione di un potere differente, di un futuro differente, di un protagonismo maggiore, di una capacità di incidere con la propria azione, superando la condizione di semplici spettatori della dinamica sociale. In questo modo l’empowerment è al tempo stesso sia un fine che uno strumento di raggiungimento di quel fine. Potremmo dire che in questo meccanismo è individuato il centro del lavoro di animazione locale. Attraverso esso si assegna un potere di autodeterminazione del proprio futuro e di decisione sui passaggi che servono per costruirlo. Per fare questo occorre una percezione differente della comunità territoriale, assegnando ad essa una nuova capacità di autorappresentarsi e concependola come portatrice di spinte sane, da liberare e concretizzare.

La tavola rotonda con la quale si cercherà di mettere a fuoco tutto questo ragionamento, sarà condotta dal coordinatore dell’ambito sociale XIX Alessandro Ranieri, che di per sé è già un ruolo che dell’animazione locale si fa carico e coordina gli interventi e la pianificazione territoriale. Avremo quindi la presenza di tre figure coinvolte nella gestione del bene pubblico, vale a dire il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, la presidente della Provincia Moira Canigola e il direttore del Parco dei Monti Sibillini Carlo Bifulco; e avremo quattro figure che invece testimoniano in maniera differente il loro impegno privato per la comunità territoriale. Marco Marchetti coordinatore dell’esperienza della Fattoria Sociale Montepacini, Olimpia Gobbi animatrice della cooperativa agricola di comunità Roccamadre, Domenico Baratto creatore di Philofest e responsabile di una struttura di formazione, Eugenio Solla membro della rete Genuino Clandestino.

Si tratta del tentativo di fare un ragionamento con un gruppo allargato di soggetti in grado di declinare la visione dell’interesse pubblico sotto differenti aspetti, ma con il desiderio di confrontarsi per costruire delle sintesi capaci di vera attivazione. Un appuntamento che abbiamo organizzato per metterci a servizio di una comunità che ha davvero bisogno di trovare delle visioni intorno alle quali aggregare le proprie energie: collaborare nella costruzione di queste visioni e poi farsi carico di un pezzo di strada insieme agli altri soggetti, ci sembra un ruolo dal quale una cooperativa sociale non può declinare. O quantomeno NuovaRicercaAgenziaRes vuole fare la sua parte.

 

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